Macchine Fotografiche Digitali

Dalla seconda metà dell'Ottocento le macchine fotografiche si sono progressivamente diffuse tra il pubblico di amatori, i quali hanno acquisito dimestichezza con le pellicole, che hanno sostituito le originarie lastre, con i flash, messi in commercio negli anni Venti, e con le pellicole per stampe a colori donate al mondo nel 1936.

Mille miglioramenti che si sono succeduti nel corso del tempo, fino ad arrivare alla rivoluzionaria novità di macchine fotografiche prive della pellicola in celluloide, protagonista indiscussa dell'iconografia legata al mondo della fotografia e del cinema.

Alla fine degli anni Ottanta sono, infatti, stati presentati al pubblico i primi apparecchi fotografici elettronici, i quali consentono di registrare gli scatti su un supporto tecnologico e di rivederli immediatamente su un piccolo display.

La foto diviene leggera, virtuale, è un'immagine che appare su un monitor non appena premuto il pulsante per lo scatto. Si può quindi scegliere di cancellarla per ritentare prontamente un secondo scatto, poi un terzo e a proseguire fino a quando il risultato non sia all'altezza delle aspettative, evitando di correre il rischio di perdere il soggetto da imprimere.

Le macchine digitali liberano dall'attesa di portare il rullino tradizionale da un fotografo per farlo sviluppare, in previsione di ammirare il capolavoro oppure il disastro, per quanto ciò non escluda la possibilità di stampare i fotogrammi preferiti.

Le opere contenute in una macchina fotografica digitale possono infatti essere stampate, con risultati eccellenti, recandosi in uno dei tanti laboratori presenti nelle nostre città oppure utilizzando un'apposita stampante presente in molte case e in uffici.